L’ERA DEL BITCOIN

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tra aree valutarie ottimali e il riciclaggio internazionale

di Cosimo Maggio

Che gli economisti avessero un debole per la globalizzazione estrema non era un segreto, ma che la mafia trasformasse concretamente e in poco tempo una teoria economica di alta fattura in una realtà globale… beh, questo non se lo aspettava nessuno.

        1961. Robert Mundell, economista canadese e futuro premio Nobel per l’economia (1999), pubblica a theory of optimum currency areas, un articolo che teorizza, in maniera nuova, quali devono essere le condizioni necessarie affinché un gruppo di Paesi, desiderosi di liberalizzare i loro commerci, si uniscano sotto un’unica moneta, abbandonando le proprie e realizzando un’unica area valutaria, che l’esimio prof. chiamò “ottimale”: Mundell è stato niente di meno che il primo teorico dell’Unione Monetaria Europea.

        2009. Il bitcoin diventa la prima moneta virtuale convertibile decentrata a livello globale, e cioè la prima “cripto valuta” non emessa da alcuna Banca Centrale o da qualche autorità pubblica, ma che ha le stesse caratteristiche del dollaro o dell’euro: unità di conto, mezzo di scambio e riserva di valore. Insomma, per riciclare denaro non propriamente consono, i mafiosi, terroristi e trafficanti d’armi (in verità, nessuno sa chi sia stato) realizzano un’area valutaria unica… nel suo genere.

        Chi sono, quindi, i protagonisti di queste “paradossali” vicende? Abbiamo detto: gli economisti, ignari teorici di cotanta empietà, i riciclatori seriali, che hanno trovato il modo di ripulire i soldi derivanti dalle loro ingenti attività non lecite, i furbetti del quartiere, che infilandosi nel sistema ne hanno sfruttato le opportunità, e i polli, che sono la maggioranza, coloro che attirati dal guadagno facile hanno gettato all’aria i loro già esigui risparmi… senza distinzione di sesso, né di colore, né tanto meno di nazionalità…

        …benvenuti nell’era dei bitcoins “senza-frontiere”.

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