di Cosimo Maggio
INTRODUZIONE
L’introduzione del Progresso Tecnico nei modelli di crescita ha trovato, nel corso dei decenni, una serie di difficoltà dovute alla sua stessa natura di essere legato sia ai mutamenti tecnologici sia all’evoluzione dei processi produttivi, ma non all’equilibrio. I tentativi di inserirlo nella modellistica economica sono stati diversi, i più collegandolo ai diversi fattori produttivi, nella funzione di produzione, in modo tale che a parità di essi si ottenesse un più elevato livello di prodotto. Questo lavoro vuole ripercorrere, in maniera sintetica ma non esaustiva, le diverse forme più comunemente utilizzate in letteratura, concentrando l’attenzione sul Progresso Tecnico come Factor Augmenting.
DEFINIZIONI, CLASSIFICAZIONI E CONCETTI
In prima e parziale sintesi, proporremo il seguente schema [1] per lo studio e il raggruppamento della Progresso Tecnico nelle diverse forme presenti nella letteratura accademica.
Innanzitutto, abbiamo la distinzione tra Progresso Tecnico neutrale e non neutrale, nel senso di Harrod, nel senso di Hicks e nel senso di Solow, le cui differenze saranno oggetto di studio di questo lavoro. Il Progresso Tecnico può essere, inoltre, esogeno o endogeno: nel primo caso, è indipendente dal funzionamento del sistema economico (esso deriva da cause esterne ad esso, e viene considerato “come manna dal cielo”); nel secondo caso, deriva da cause interne al funzionamento del sistema economico: qui, la sua causa, il fattore che lo determina, può prendere diverse forme. Il Progresso Tecnico, ancora, può essere incorporato o non incorporato nello stock di capitale. Quindi, avremo un processo di apprendimento attraverso l’esperienza che accrescere la produttività di un impianto, oppure no. Ciò che caratterizza la differenza sta nella distinzione fra Progresso Tecnico e l’intero investimento in beni capitali. Se invece si vuole mettere in risalto il fatto che diverse “annate” (Vintages) di macchine incorporano generalmente diverse tecnologie, allora si distinguerà l’impatto del progresso tecnico in base all’età delle macchine utilizzate. Infine, c’è la distinzione tra Progresso Tecnico di processo (le innovazioni riguardano il processo produttivo) e il Progresso Tecnico di prodotto (se riguardano nuovi prodotti). È interessante, in questo ultimo tipo di classificazione, la distinzione delle tre fasi di un processo economico: l’invenzione, l’innovazione e la produzione di massa. Nel continuo di questo lavoro, ci occuperemo del primo tipo di classificazione, cioè analizzeremo il Progresso Tecnico come “Factor Augmenting”, il “fattore che incrementa”, rimandando alla letteratura specializzata la rimanente parte delle definizioni date.
IL PROGRESSO TECNICO COME “FACTOR AUGMENTING”
Una espressione [2] ampiamente utilizzata in letteratura nel definire il Progresso Tecnico è Factor Augmenting. Secondo questa definizione, il Progresso Tecnico può essere interpretato come se la quantità dei fattori di produzione fosse stata “aumentata”, anche se nella realtà è rimasta costante. In questa formulazione, la funzione di produzione aggregata è scritta nel seguente modo
Y = F[A(t)·K, B(t)·L]
dove A(t)·K e B(t)·L rappresentano rispettivamente lo “stock di capitale misurato in unità di efficienza” e la “forza di lavoro misurata in unità di efficienza”. Se
A(t) = dA/dt > 0 e B(t) = 1
il Progresso Tecnico è definito Capital Augmenting. Se
B(t) = dB/dt > 0 e A(t) = 1
il Progresso Tecnico è Labour Augmenting. Se
A(t) = dA/dt = dB/dt = B(t)
il Progresso Tecnico è nella stessa misura Capital and Labour Augmenting. È interessante osservare che questa rappresentazione non implica alcunché sulle cause o sulla fonte del miglioramento tecnologico. Per esempio, la rappresentazione del Progresso Tecnico come Labour Augmenting non implica che vi sia stato un mutamento nella qualità del lavoro, ma magari è dovuto a miglioramenti nei macchinari utilizzati. Inoltre, i modelli che più di altri hanno usufruito di questa rappresentazione sono stati i modelli di sviluppo neoclassici, prima di tipo esogeno e poi di tipo endogeno. Infine, nell’ipotesi di rendimenti costanti di scala, e contemporaneamente nel caso di Capital and Labour Augmenting, avremo
Y = A(t)·F[K, L].
IL PROGRESSO TECNICO “NEUTRALE” SECONDO HICKS
Secondo Hicks [3]:
• il Progresso Tecnico è Labour-Saving se, ad un certo rapporto capitale/lavoro, esso implica un miglioramento del rapporto tra la produttività marginale del capitale e quella del lavoro;
• inoltre, il Progresso Tecnico è Capital-Saving se, ad un certo rapporto capitale/lavoro, esso comporta una riduzione del rapporto tra produttività marginale del capitale e quella del lavoro;
• il Progresso Tecnico, infine, è neutrale se, ad un dato rapporto capitale/lavoro, esso comporta un rapporto invariato tra la produttività marginale del capitale e quella del lavoro.
La Hicks-neutral production functions [4] può essere scritta come
Y = A(t)·F[K, L]
Ora, poiché in condizioni di equilibrio competitivo, la produttività marginale del capitale, in un modello aggregato, è uguale al saggio di interesse, r, e la produttività marginale del lavoro è uguale al salario reale, w, e tenuto conto che nella classificazione di Hicks si tiene costante rapporto capitale/lavoro, potremmo anche dire che, secondo Hicks,
• il progresso tecnico è Labour-Saving se il rapporto tra le quote distributive del capitale e del lavoro è crescente;
• il progresso tecnico è Capital-Saving se il rapporto tra le quote distributive del capitale e del lavoro è decrescente;
• infine, il progresso tecnico neutrale se lascia invariato il rapporto tra le quote distributive.
Non è difficile rendersi conto che il progresso tecnico neutrale nel senso di Hicks ha la stessa natura del Progresso Tecnico Capital and labour Augmenting: infatti, per la definizione di Hicks le quote distributive devono rimanere invariate e deve rimanere invariato il rapporto capitale/lavoro; queste condizioni richiedono che il rapporto lavoro/prodotto e il rapporto capitale/prodotto diminuiscano nella stessa misura dato che la produttività marginale del lavoro e la produttività marginale del capitale aumentano nella stessa misura. Infine, bisogna osservare che la definizione del Progresso Tecnico secondo Hicks non è di grande aiuto all’interno della teoria neoclassica dello sviluppo economico. Infatti, nella teoria neoclassica dello sviluppo, uno spostamento verso l’alto della funzione di produzione pro capite racchiude in sé il passaggio ad un nuovo sentiero di sviluppo equilibrato, con un più elevato rapporto prodotto/lavoro e con un più elevato rapporto capitale/lavoro, mentre la definizione del Progresso Tecnico secondo Hicks è basata sul fatto che esso si ottenga avendo il medesimo rapporto capitale/lavoro; pertanto tale definizione non risulta utile ai modelli neoclassici dello sviluppo.
IL PROGRESSO TECNICO “NEUTRALE” SECONDO HARROD
Harrod [5] definisce neutrale un’innovazione che, ad un dato saggio di interesse mantenuto costante, non modifica il rapporto capitale/prodotto. Nell’ambito della teoria neoclassica, questa definizione è stata riformulata come “Progresso Tecnico neutrale nel senso di Harrod” quello che, per ogni dato valore del rapporto capitale/prodotto, lascia invariata la produttività marginale del capitale. Quindi,
• il progresso tecnico è neutrale nel senso di Harrod se lascia invariata la quota del reddito che va al capitale;
• il progresso tecnico è Labour-Saving nel senso di Harrod se, dato un certo rapporto capitale/prodotto, la quota distributiva che va al lavoro diminuisce, e aumenta quella del capitale;
• mentre è Capital-Saving nel senso di Harrod se, dato un certo rapporto capitale/prodotto, la quota distributiva che va al capitale diminuisce, e aumenta quella del lavoro.
Paragonando le due classificazioni del Progresso Tecnico viste finora, ambedue lo differenziano a seconda dei suoi effetti sulle quote distributive del reddito rispetto al lavoro e rispetto al capitale. La diversità sta nel fatto che nella definizione di Hicks si mantiene costante il rapporto capitale/lavoro, mentre in quella di Harrod si mantiene costante il rapporto capitale/prodotto. La Harrod-neutral production functions [6] può essere scritta come
Y = F[K, A(t)·L]
dalla quale forma è facile rendersi conto che il progresso tecnico neutrale secondo Harrod è equivalente ad un “Progresso Tecnico Labour-Augmenting”. Infatti, il progresso neutrale nel senso di Harrod richiede che il rapporto capitale/prodotto resti costante; ne consegue che il progresso tecnico deve manifestarsi con un aumento proporzionale ed eguale del prodotto per lavoratore e del capitale per lavoratore; e questo è proprio del Progresso Tecnico Labour-Augmenting di esplicitarsi esclusivamente attraverso un accrescimento della produttività del lavoro. Infine, bisogna osservare che l’unico tipo di Progresso Tecnico compatibile con lo sviluppo equilibrato di lungo periodo della teoria neoclassica è il quello Labour-Augmenting, ossia il “Progresso Tecnico neutrale in senso di Harrod”. Infatti, dato che, lungo il sentiero di sviluppo equilibrato neoclassico, il rapporto prodotto/capitale deve rimanere costante, ciò significa che il prodotto per lavoratore e il capitale per lavoratore devono entrambi crescere ad un saggio uguale è costante. E questo implica che la quota distributiva del capitale sia costante, e, ancora, questo richiede la costanza del saggio di interesse, il che corrisponde alla neutralità del Progresso Tecnico nel senso di Harrod.
IL PROGRESSO TECNICO “NEUTRALE” SECONDO SOLOW
Nell’articolo del 1957, Solow [7] esamina la possibilità di inserire nel suo modello del 1956 il progresso tecnico, partendo dall’ipotesi di Progresso Tecnico Hicks-neutral, con una funzione di produzione aggregata Cobb-Douglas: il progresso tecnico sarebbe dovuto essere modellizzato come un fattore moltiplicativo della funzione originaria, che aumenta il prodotto senza modificare il saggio marginale di sostituzione tecnica. Ma a differenza di Hicks, egli propone che, invece di rimanere invariato per un dato rapporto capitale/lavoro, il rapporto delle quote di input, (L·FL)/(K·FK), rimaneva invariato per un dato rapporto lavoro/prodotto. La Solow-neutral production functions può essere scritta come
Y = F[A(t)·K, L]
dalla quale forma è facile rendersi conto che il progresso tecnico neutrale secondo Solow è equivalente ad un “Progresso Tecnico Capital-Augmenting”, poiché un “miglioramento tecnologico aumenta la produzione nella stessa maniera di un incremento nello stock di capitale”.
Note
[1] Liberamente tratto da: Valli V. (1993), “Politica Economica. Teoria e politica dello sviluppo”, NIS. Vol.1.
[2] Tra gli altri, vedi: Musu I. (1980), “Teorie dello sviluppo economico”, ISEDI, par. 5.3, pag. 66.
[3] Cerca in: Hicks, J.R. (1964), “The Theory of wages”, London, Macmillan.
[4] Barro R. J., Sala-i-Martin X. (1998), “Economic Growth”, MIT press, par 1.2.10, pagg. 32 e seguenti.
[5] Harrod R. F. (1942), “Toward a dynamic Economics: some recent development of economic theory and their application to policy”, Macmillan. Ma anche: Harrod, R.F. (1961), The “Neutrality” of Improvements, Economic Journal, LXXI, 300-304.
[6] Barro R. J., Sala-i-Martin X. (1998), “Economic Growth”, MIT press, par 1.2.10, pag. 32 e seguenti.
[7] Solow R. M. (1957), “Technical Change and the Aggregate Production Function”, in “Review of Economics and Statistics”, august. Vedi anche: Solow, R.M. (1963), Capital Theory and the Rate of Return, Amsterdam.
[8] Solow R. M. (1956), “A Contribution to the Theory of Economic Growth”, in “Quarterly Journal of Economics, 70, february, 65-94.”
[9] Barro R. J., Sala-i-Martin X. (1998), “Economic Growth”, MIT press, par 1.2.10, pag. 32 e seguenti.